MARIA LUISA RAMPONI: SCENA MUTA DAVANTI AL GIP
Si è avvalsa della facoltà di non rispondere Maria Luisa Ramponi, la donna 59enne accusata, in concorso con i fratelli Franco e Dino, della strage in cui il 14 ottobre scorso a Castel d'Azzano nel veronese tre Carabinieri sono morti nell'esplosione del casolare di famiglia e 27 persone sono rimaste ferite. Oggi nel carcere veronese di Montorio si è tenuto l'interrogatorio di garanzia con l'udienza di convalida dell'arresto, davanti alla Gip del Tribunale scaligero. L'udienza è stata brevissima, pochi minuti. La donna si trova in carcere da domenica, dove è stata trasferita dall'ospedale Borgo Trento dopo una lunga degenza per le ustioni riportate durante la deflagrazione . Il suo avvocato all’uscita del carcere avrebbe dichiarato ai giornalisti presenti che la donna sarebbe ancora scossa e bisognosa di cure e necessita di tempo perché comprenda dove si trova. Maria Luisa Ramponi è accusata di strage, detenzione di materiale esplodente e resistenza a pubblico ufficiale e secondo la procura e gli investigatori , sarebbe stata proprio lei ad innescare materialmente la miccia con un accendino, provocando l'esplosione delle bombole di gas, collocate nel casolare mentre le forze dell'ordine si apprestavano ad eseguire una perquisizione viste le minacce precedenti data l’opposizione dei tre fratelli al pignoramento dell’immobile per debiti contratti. Gli stessi capi d'imputazione vengono contestati ai fratelli Franco e Dino, rispettivamente di 65 e 63 anni che pare non fossero in casa al momento della deflagrazione, ma sono accusati di avere architettato con la sorella il folle gesto e di non aver fatto nulla per evitarlo. Dal 14 ottobre entrambi sono detenuti nella Casa circondariale di Verona ed il Tribunale del Riesame di Venezia ha già respinto il loro ricorso.
