notizie / 24/10/2025 08:47

VELOX, COMUNE DI PADOVA CONDANNATO AL RISARCIMENTO

C'è un nuovo capitolo, nell'eterna saga degli autovelox sulle strade venete. Un nuovo capitolo che arriva da Padova e che ha l'unico effetto di inasprire ancora di più le posizioni dei favorevoli e dei contrari ai rilevatori elettronici sulle strade, perché nel concreto - ora ve lo spieghiamo - non produce nessuna novità significativa. 

Partiamo dai fatti. Il Tribunale di Padova, con una sentenza pubblicata una settimana fa, dato ragione ad un automobilista, condannando il Comune euganeo ad un risarcimento di mille euro di spese legali, annullando la decisione di un giudice di pace padovano che sulla stessa vicenda aveva giudicato pienamente legittimo l'apparecchio di rilevazione della velocità. Il tema, controverso, è sempre quello della differenza tra i concetti di approvazione e omologazione che da anni dividono i giudici di mezza Italia. Per la Cassazione, un autovelox non correttamente omologato non può essere posizionato, per il Ministero dei Trasporti sì. E da qui, nascono le baruffe giuridiche e le diversità di opinioni dei giudici. 

L'ultima appunto a Padova: il giudice di pace aveva dato ragione al Comune, un giudice civile l'ha sconfessato accogliendo il ricorso dell'automobilista. E ora? Di fatto non cambia nulla, perché fino a che il Ministero non deciderà una volta per tutte di risolvere la questione, notizie come queste diventeranno solo un'altra scartoffia sopra un plico già bello alto di sentenze passate in giudicato e favorevoli ai singoli automobilisti, ma dall'effetto nullo per la collettività. 

Palazzo Moroni ha infatti già fatto sapere che quell'apparecchio non verrà spento, e che si andrà avanti secondo le regole attualmente previste. Gli autovelox installati sono autorizzati dalla Prefettura di Padova, e come previsto catalogati nel portale aperto dal Ministero per rispettare i nuovi dettami del codice della strada: distanza minima, taratura, regolamentazione, e via dicendo. Canoni che però non risolvono ancora l'eterna differenza tra omologazione e approvazione: finché il ministero non decide di decidere, ci saranno solo lavoro per i giudici e guadagni per gli avvocati. 

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